Con il Gran Premio di Abu Dhabi 2023 è calato il sipario sulla collaborazione tra l’Alfa Romeo e il team Sauber Motorsport, durata per sei stagioni. Un’operazione di Brand Promotion di quelle clamorose, frutto della visione del compianto Sergio Marchionne, che – complice anche uno straordinario allineamento dei pianeti – ha sfruttato al massimo la crescente popolarità globale della categoria per dare ulteriore lustro al proprio marchio.
Bilancio positivo
Dopo una prima timida apparizione sulla Ferrari, il marchio del Biscione si è infatti fatto strada fino a diventare title sponsor del team al fine di valorizzarne il DNA sportivo. Se con i risultati in pista non si può certo parlare di successo, la presenza dell’Alfa in Formula 1 ha portato perà risultati tangibili per il riposizionamento del brand. Come ha sottolineato lo stesso ceo di Alfa Romeo – Jean Philippe Imparato – questa avventura è stata per il Biscione una sorta di vetrina internazionale di grande rilievo che ha supportato lo sviluppo dei prodotti con un eccellente ritorno sugli investimenti e una piattaforma di marketing strategico.
L’ingresso dell’Alfa Romeo è andato infatti a sovrapporsi al periodo di rilancio della stessa Formula 1 e il timing perfetto ha certamente giovato all’intera operazione. Il primissimo accordo economico trovato è stato un affare, perché in quel momento la Sauber era in fondo alla classifica e aveva bisogno di nuova liquidità. L’ingresso del Biscione si è così trasformato in un accordo win-win: da un lato ha portato economie utili per la squadra e dall’altro ha innescato un interesse capace di attrarre a ruota altri sponsor.
Spalle a muro
Unica nota stonata? Dover lasciare la categoria nel suo momento d’oro, dal momento che il team Sauber è stato acquisito dall’Audi in vista del suo ingresso ufficiale nella categoria a partire dal 2026. Una situazione che ha colto in contropiede i vertici del Biscione che si sono ritrovati così senza un’alternativa valida per rimanere nella categoria.
Futuro nel WEC?
L’alternativa più valida e realistica potrebbe essere un ingresso nel Mondiale Endurance, categoria rinata con l’introduzione della Top Class Hypercar che nel 2024 vedrà sfidarsi costruttori come Alpine, BMW, Cadillac, Ferrari, Porsche, Isotta Fraschini, Lamborghini, Peugeot e Toyota. D’altronde, nell’aver creato un’edizione speciale della Alfa 33 Stradale (edizione limitata a soli 33 esemplari), ci si potrebbe anche leggere tra le righe una sorta di volontà di guardare all’endurance ripensando ai fasti del passato.